Quando parto per un viaggio ho tre fasi di profondo piacere. La preparazione del bagaglio, dove mi pregusto ciò che mi aspetta, il viaggio dove se son fortunato godo di paesaggi e prospettive nuove, ed infine (quasi banale) della destinazione. Il ritorno no, non so perchè ma non mi piace!
Partire per andare al Lido Palace Hotel identifica bene questi tre passaggi. Nel bagaglio c’è poco. Una giacca elegante per la cena, anche se non necessaria, e un indispoensabile costume da bagno per la SPA. Il viaggio è entusiasmante, dato che per chi arriva da sud, quasi tutti in Italia, è possibile percorrere una strada “lungo lago” da Bardolino fino a Riva del Garda (io giungevo da Verona e mi faceva comodo così!), godendo di un susseguirsi di visioni incantevoli. La costa del lago sale progressivamente, da collina diventa montagna, sempre più scoscesa, vertiginosa una volta arrivati a Riva del Garda. Fin dall’inizio è un susseguirsi di spiaggette di sassolini (credo in buona parte artificaiali) ricavate in piccole nicchie, intime, frutto di un bell’intervento paesaggistico, funzionali ad accogliere un gran numero di vacanzieri. Ovunque vele, di qualsiasi tipo. Catamarani, cabinati, Optimist, Windsurf e chi più ne ha più ne metta, purtroppo quasi tutti a vele arrotolate o ammainate visto che la mia visita è a marzo, quindi con un clima ancora piuttosto freddo e grigio.
Arrivare al Lido Palace Hotel, cinque stelle lusso certificato LHW è, come immaginabile, una bella esperienza. L’accesso alla proprietà è nascosto da un cancello che separa la località balneare da un parco ampio e riservato, dove in prossimità del lago si staglia il massiccio palazzo dell’Hotel. La struttura storica esplode con linee in corten e cristallo, frutto di un intervento recente per funzionalizzare le varie aree dell’Hotel. Il corten rimarrà un materiale privilegiato sia all’esterno che all’interno, in ogni spazio, definendo la terrazza che si affaccia sul lago oltre all’ingresso del pubblico, ma anche le cornici degli ascensori ed i cancelli che dividono dall’esterno.
Il design con cui è stato ammodernato l’Hotel è poco invasivo, ha tenuto conto che la struttura era già maestosa e lussuosa nella sua versione storica. Si è limitato quindi a scenografare il bar, con una serie di pannelli di vetro retroilluminato con grafiche ed immagini.
Sono state saggiamente mantenute integre le forme delle scale interne e delle sale da the, che godono di affacci sul lago che sono i veri protagonisti.
Le camere sono decisamente sobrie, prive di una caratterizzazione legata al luogo, funzionali. Anche qui sono le vedute dalle numerosissime finestre che regalano le emozioni maggiori.
Interessanti i bagni, sviluppati nel nome del benessere che poi si ritrova nella SPA, con scelte audaci che privilegiano l’uso del Corian, a formare ampi lavabi inclinati e maestose vasche da bagno, in una soluzione di continuità strutturale, di gran piacere per la vista e per il tatto.
Indossato il costume, l’accappatoio e le ciabatte che si trovano di corredo, eccomi finalmente ad esplorare la SPA. Non sono un gran fanatico di SPA, tendono ad annoiarmi, ma devo ammettere che questa ha una marcia in più, la posizione. Parzialmente interrata, concede comunque una splendida vista sulle montagne (ancora innevate nel mio caso) e sul parco antistante. Qui probabilmente trova il suo massimo l’opera di ristrutturazione, offrendo all’ospite proiezioni di linee moderne suggestive ed avveneristiche.
Anche le sale interne sono sviluppate con fughe e linee inclinate, nella mancanza totale di orpelli e con un uso del clore leggermente Pop, che nel mio immaginario ben incarna il gusto moderno un po austriaco.
Da segnalare una sala relax con letti ad acqua e pareti di sale rosa. Qui, dopo le saune ed il bagno tursìco, ci si rilassa, molto, forse troppo… spero di non aver russato…
Arriva la sera ed eccoci al ristorante “Il Re Della Busa”, condotto magistralmente dallo Chef Giuseppe Sestito che mi ha regalato un’esperienza culinaria di quelle che mi rimangono impresse, con un piatto fra tutti che difficilmente dimenticherò. Una selezione di Foie Gras, in 4 declinazioni: foise gras affumicato affogato nel cioccolato bianco, creme broulée al foie gras, pallina di gelato di foie gras coperta da granella di pistacchio e foie gras alla piastra con frutta fresca. Se mi dicessero che un meteorite sta per colpire la terra ne ordinerei 100 porzioni e la farei finita così.
Bene, per riprendere il controllo niente meglio che una bella passeggiata per Riva del Garda, carina nel centro storico e ludicamente attraente nelle sue infrastrutture turistiche.
Si percepisce bene come gli sport d’acqua siano al centro, senza dimenticare che siamo ad un passo dalle irte montagne, su cui si può praticare dal parapendio all’arrampicata, il canyoning o il rafting…
Mi viene il sospetto che l’unico che a Riva del Garda si sia limitato a gozzovigliare fra cene opulente e ritmi rilassati della SPA sia stato io… ops!