E’ quasi primavera, il peggio è passato, mi verrebbe da dire. E’ la stagione giusta per rigenerarsi, per risvegliare le energie migliori che si sono assopite durante l’inverno. Ed ecco una destinazione utile per chi si trova nelle vicinanze di Firenze, magari nella sona sud-ovest dove, a 15 minuti da Porta Romana, a Pozzolatico, si trova il centro Yoga più esclusivo che abbia mai visitato. Gli ingredienti per ottenere questo risultato sono originali se non bizzarri, e danno vita ad un luogo di respiro internazionale, olistico e pure mistico. Ci vuole un’insegnante dal cuore sincero, un paesaggio di indiscutibile bellezza ed una sala yoga sviluppata con un progetto architettonicamente ambizioso.
Iniziamo con il prendere una insegnante di Yoga che sia una vera induista che, quando ha provato a spiegarmi le principali tecniche, mi ha rivelato quanto ampio e vario sia il mondo dello Yoga, lasciandomi un po’ consapevole della mia ignoranza e pure un po’ stordito da una serie di definizioni e nomi che per me sono impronunciabili e difficilmente memorizzabili.
Lei, l’insegnante, il cui nome induista è Padma Mayi Devi (che tradotto vuol dire Fiore di Loto), è una donna di origine tedesca, innamorata dell’Italia che da anni si divide fra Roma e Firenze, in un percorso di costante formazione rivolto ad offrire la sua esperienza a chi nello Yoga vuole trovare benessere ed equilibrio. Lo fa con la pazienza e la visione che si confanno ad una Yogi, arricchendolo con il suo apprezzabile accento tedesco.
A Firenze (nelle campagne circostanti) ha aperto una scuola attigua alla sua abitazione, in un contesto a dir poco strepitoso. Il merito si divide fra la location, la campagna del Chianti, che sia bella ed esclusiva è inutile dirlo… ed il compagno di Padma, Architetto di professione con una formazione ed un’esperienza rivolta proprio all’architettura sacra.
Grazie a lui, l’Architetto, Padmalaya Yoga (letteralmente, il luogo del Fiore di Loto) è un luogo di visione, sia interiore che oggettiva. Praticarci lo yoga offre vedute, scorci, scambi di luce, relazione fra interiore ed esteriore, in una fusione perfetta fra architettura e anima.
Vari, e dislocati in modo accurato, i simboli di questo connubio. Figure dell’iconografia induista trovano spazio vicino ad un caminetto che si affaccia sia sulla sala che sul parco antistante.
Fiori di loto stilizzati, sospesi da lunghi steli che li lasciano quasi levitare nello spazio, costituiscono una sorta di balaustra di una scala attigua alla sala, Ganesh ed altre statue di Divinità induiste, spuntano in qua ed in la nel parco.
Quindi, che si tratti di voglia di ritrovare la giusta vibrazione interiore, che si voglia recuperare la consapevolezza del proprio corpo e/o del proprio respiro, o semplicemente per sciogliere la schiena dalle posizioni ottuse di un inverno passato davanti al computer, Padmalaya Yoga è il posto giusto. Se può esservi utile a scegliere questa strada, ingannate il vostro inconscio promettendogli bistecche alla fiorentina e ricchi piatti di ribollita, dosi di Peposo all’Impruunetina ed altre specialità gastronomiche del luogo. Fra una lezione e l’altra sono concessi, ed il vostro karma sicuramente non si macchierà per questo.