Due anime molto distanti, quella siciliana e quella triestina, eppure coniugabili, con audacia, da chi ha una visione e tanta passione.
E’ la storia di Virginia, siciliana doc, che ha saputo riconoscere in Trieste un’anima nobile, aristocratica, garbatamente low-profile. Qui ha messo delle nuove radici, ed ha intrapreso il progetto di Seven Historical Suites. Una forma di ospitalità intima come una guest house ma lussuosa come un Hotel di alta gamma, in cui lo stile moderno degli arredi trova luogo in un bel palazzo settecentesco, caratterizzato da un sontuoso ingresso con colonne e scale nobili.
Trieste è una città di mare notoriamente battuta dal vento, relativamente isolata, a ridosso di un importante porto commerciale, eppure capace di essere cordiale ed ospitale, ostinata a godere “il fuori” di bar e ristoranti, avvolta in una mondanità che ogni sera germoglia fuori dai locali per consumare aperitivi di varia natura, a prescindere dal giorno della settimana o dalla temperatura. Bella, vitale, educata e sorridente, sempre disponibile a conoscere senza pregiudizio.
Ecco, portare qui un pezzetto di sicilianità è un’operazione davvero divertente, aggiunge quel pizzico di follia, rallenta e riscalda la bora con i rossi de suoi coralli, con le figure più mediterranee che si incontrano all’interno della struttura.
Le suites di Seven Historical Suites sono poste al piano attico, sono tutte distribuite fra camera e un salotto provvisto di angolo cottura, talvolta una vera e confortevole cucina, oltre a divani e tv sia in sala che in camera. Il piano alto concede la vista delle travi in ogni suites, elemento pregevole che diventa particolarmente suggestivo, visto che nei giorni di bora si sente il live fischio del vento sul tetto, a parer mio assolutamente corroborante, visto che si è protetti all’interno di un nido caldo, accogliente e dotato di ogni comfort.
Si perchè, a differenza di tante realtà analoghe (ed a Firenze ne spuntano come funghi da pochi anni a questa parte), Virginia ha scelto di fornire un servizio ai suoi ospiti degno dei migliori cinque stelle, con un personal concierge (per esempio) che si prende veramente cura dell’ospite, coadiuvandolo in ogni azione, in ogni piacere e fantasia di chi è qui per vacanza o per lavoro. I dettagli sono all’altezza del posto, con lenzuola firmate Frette e corredo da bagno di Acqua di Parma.
Sarà che spesso giro con la mia famigliola, composta da moglie, pargoletto di due anni e me, ma l’uso della cucina ha preso un particolare senso negli alloggi che scegliamo. La consapevolezza di avere un frigo, una macchinetta del caffè, dei fornelli per scaldare una pappa al piccolo, sono un aiuto prezioso per soggiornare in modo confortevole.
Poi emergono i tocchi siciliani, i coralli che adornano piccole mensole, gli affreschi moderni sulle pareti di richiamo all’iconografia classica, e ben si sposano a quelli storici che accompagnano tutti gli ambienti del palazzo. Elementi che portano calore e colore, che suggeriscono il senso del viaggio, della ricerca del bello. Brava Virginia!
Il palazzo è a 5 minuti a piedi da Piazza dell’Unità, la piazza bella di Trieste, la piazza bella da fotografare di notte (e di giorno). Ero già innamorato di Trieste, ma dopo questo viaggio il mio sentimento è ulteriormente accresciuto. Ho consolidato la percezione di come, in eredità filoaustriaca, la cucina locale sia rimpinguata di carni di maiale stufate, di birre di qualità, zuppe ed ogni genere di piatto iperproteico ed ipercalorico che possa tentare le mie papille. Sempre che non interessi il pesce, ovvio protagonista della tavola di una città di mare.
Bizzarro ma la sorte mi ha portato a Trieste sempre nelle stagioni fredde… e pensare che amo la vela, la pesca, il mare… mi sa che dovrò organizzarmi per tornarci quest’estate!!!